Il bias di conferma – o “pregiudizio di conferma” – è quel meccanismo cognitivo che ci rende propensi a selezionare solo le fonti che confermano le nostre convinzioni, e ci porta a scartare quelle che le contraddicono.
È un fenomeno comportamentale di cui si parla molto in questi ultimi anni, perché favorito dalle bolle culturali nelle quali i social network ci confinano, mostrandoci solo contenuti in linea con il nostro profilo socioculturale, rafforzando quindi l’idea che la nostra visione del mondo sia mainstream, perciò intrinsecamente giusta.
Il bias di conferma, se messo in atto da una larga fetta della società, ne mina gli anticorpi che dovrebbero proteggerla dalle sirene della propaganda populista, condizionandola a non mettere mai in discussione le proprie convinzioni (riassumendo: conformismo). Insomma, è l’antitesi della saggezza.
Trovo dunque ironico che un aforisma di una delle più antiche e grandi figure spirituali dell’Asia, volendo possa essere letto come un invito ad applicare consapevolmente il bias di conferma ai nostri processi di acquisizione delle informazioni:
Non credere a nulla, non importa dove l’hai letta o chi l’ha detto, neppure se l’ho detto io, a meno che non sia affine alla tua ragione e al tuo buon senso.
Gautama Buddha
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Il problema e’ che al giorno d’oggi manca sia la ragione che il buon senso.